@article{Turzyński_2010, title={Cierpienie jako droga w ujęciu św. Augustyna}, volume={55}, url={https://czasopisma.kul.pl/index.php/vp/article/view/4363}, DOI={10.31743/vp.4363}, abstractNote={<p>Agostino conosce bene le sofferenze dell’uomo. Le ha sperimentato sin da bambino. Riconosce le sofferenze del corpo e le sofferenze dell’anima. Nelle <em>Confessioni </em>egli descrive la sua conversione nella quale si cambia anche il suo sguardo sulla sofferenza. Prima si ribella contro il dolore e poi riconosce il suo valore salutare. Secondo il Vescovo d’Ippona la sofferenza è il risultato della complessità dell’essere umano e della sua creazione ex nihilo. Dio, creando uomo sulla sua immagine e somilianza, ha messo nel suo cuore il desiderio dell’amore, della verità e della felicità. Questi profondi desideri non possono essere appagati pienamente sulla terra, allora uomo prova la sofferenza. Nel paradiso questa condizione era arrichita dal dono speciale, perciò primi uomini non hanno sofferto. Con il peccato originale entra nella vita umana la sofferenza. Anche i peccati personali sono spesso la causa delle sofferenze. Agostino sottolinea tuttavia, che la Provvidenza Divina fa entrare la sofferenza nel piano della salvezza e il dolore diventa un stimolo alla conversione, una via verso le cose più grandi. Per i giusti la sofferenza diventa anche una prova e la purificazione. In Cristo, nella sua croce, la sofferenza acquista un valore particolare. La sofferenza e la morte di Cristo è la causa della nostra salvezza. Nel mistero del Cristo totale le sofferenze umane aggiungono il mondo divino e unite con Cristo Salvatore diventano via della salvezza. Secondo Agostino la sofferenza in Cristo, pur non perdendo la sua amarezza, aquista un valore positivo.</p>}, journal={Vox Patrum}, author={Turzyński, Piotr}, year={2010}, month={Jul.}, pages={637–653} }