@article{Gieniusz_2006, title={Nadzieja dla niewinnie cierpiącego stworzenia (Rz 8,19-22)}, volume={9}, url={https://czasopisma.kul.pl/index.php/vv/article/view/1402}, DOI={10.31743/vv.1402}, abstractNote={<p>Il testo di Rm 8,19-22 appartiene all’argomento che mira alla difesa della tesi dell’Apostolo che le attuali sofferenze non contrastano con la gloria che dovra essere rivelata nei credenti (cf. Rm 8,18). Una tale difesa va fino al versetto 30 e il nostro brano ne fa la prima parte. Dopo aver ascoltato questi versetti, cosa possono pensare gli uditori di Paolo dell’ affermazione che le sofferenze del tempo presente non minacciano la loro gloria futura?</p><p>Con l’esempio della creazione l’Apostolo ha sfidato con successo il principio della retribuzione e ha dimostrato che tale principio non puo essere usato in modo indiscriminato come una chiave di interpretazione per ogni tipo di sofferenza: non sempre la sofferenza e una punizione. Soffrire non significa necessariamente essere colpevoli, ed e cosi gia dall’inizio della storia del mondo. Dopo aver letto questi versetti, la sofferenza rimane misteriosa come sempre, ma almeno non e indice di colpa e dunque non e un motivo per essere senza speranza. Al contrario, essa, in quanto immeritata, da il diritto di attendere un futuro migliore e, in un certo senso, ne e una garanzia.</p><p>La conclusione che gli ascoltatori/lettori di Paolo sono ora in grado di raggiungere - e sono invitati a farlo - e la seguente: se la creazione innocente continua a soffrire fino ad ora e tuttavia, nonostan te tale sofferenza, ha garantita in futuro la liberazione da Dio, non c’e motivo per credere che nel tempo della giustificazione la loro sofferenza dovra esser vista come indizio della loro colpevolezza e come punizione di Dio. Il semplice fatto che soffriamo non deve significare che la nostra giustificazione e <em>eo ipso</em> messa a repentaglio. Di conseguenza, non c’e neppure motivo per pensare che tale sofferenza dovrebbe spogliarci della gloria che deve essere rivelata. Al contrario, come nella creazione cosl nel nostro caso, questo tipo di sofferenza non puo che gridare verso la gloria futura. Sofferenza dei credenti, quindi, non e una minaccia ma piuttosto una garanzia della loro gloria futura, perche l’agire di Dio puo essere al di la di ogni umana comprensione, ma mai arbitrario o capriccioso. , Lui, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato. in sacrificio per noi tutti, com e non ci dara in dono insieme a lui tutte le cose?" (Rm 8,32).</p>}, journal={Verbum Vitae}, author={Gieniusz, Andrzej}, year={2006}, month={Jan.}, pages={71–104} }