Skuteczność przepowiadania prorockiego w świetle Ez 24,15-27

Wojciech Pikor

Instytut Nauk Biblijnych KUL , Polska


Abstrakt

L’articolo cerca di approfondire la questione dell’efficacia della predicazione profetica e, in modo particolare, delle azioni compiute dai profeti a scopo comunicativo. Il problema viene affrontato sulla base dell’attività profetica di Ezechiele, della quale vengono esaminati i suoi gesti legati all’assedio e alla caduta di Gerusalemme (Ez 24,15-27). Dopo aver presentato la tensione tra parola e silenzio nella profezia ezecheliana, si passa ai gesti significativi che prima vengono considerati dal punto di vista del genere letterario e poi nel contesto letterario del libro di Ezechiele. In seguito si offre l’interpretazione del passaggio del profeta dalla parola al silenzio e poi dal silenzio alla parola dopo la morte di sua moglie. Nella parte finale si arriva ad alcune considerazioni conclusive. L’efficacia della predicazione profetica dipende non dalla reazione del pubblico, ma dalla sottomissione del profeta al dono e al dovere della comunicazione. In questa missione ogni vicenda e azione, ogni parola e gesto, sono cariche di una valenza di profezia.

Słowa kluczowe:

Księga Ezechiela, Ez 24, 15-27, Ewangelia, prorok

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Opublikowane
2002-12-14


Pikor, W. (2002). Skuteczność przepowiadania prorockiego w świetle Ez 24,15-27. Verbum Vitae, 2, 31–47. https://doi.org/10.31743/vv.1332

Wojciech Pikor  naporus@gmail.com
Instytut Nauk Biblijnych KUL



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